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lunedì 15 febbraio 2016

Iniziare con... Hermann Hesse

INIZIARE CON …
HERMANN HESSE


Oggi parliamo di una questione che mi anima particolarmente: il caso di Siddharta ed Hermann Hesse. I lettori che si sono cimentati con questo autore per la maggior parte hanno letto il classico tanto pubblicizzato ed esaltato “Siddharta”. Un bel libro, sicuramente, ma a mio personale avviso non il migliore di Hesse. Magari un’altra volta vi spiegherò il perché di questa opinione e cosa invece adoro di questo autore, ma per ora vi dico che NON consiglio Siddharta per iniziare con Hesse, ma altri tre romanzi così meravigliosi da far venire le lacrime.


1. Narciso e Boccadoro – lo spirito di Hesse

L’amicizia è il collante tra due figure apparentemente differenti: Narciso, pacato e riflessivo, impegnato nella sua brillante carriera religiosa, che vive una vita monastica al riparo dal mondo reale; e Boccadoro, un artista geniale, che viaggia per il mondo, ammaliato dalla bellezza, alla ricerca del volto della Donna per eccellenza, rapito perdutamente dalla vita, nella sua caducità e nel suo incanto.
Un incontro tra spirito e corpo, tra le incarnazioni di Dioniso e Apollo, tra due realtà che possono sembrare opposte ma che si fondono nella ricerca di un senso più vivo e profondo della propria esistenza.
"Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra méta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento." 

2.  Il lupo della steppa – solo per pazzi

Ho amato Narciso e Boccadoro, ma Il lupo della steppa rimarrà per me un capolavoro indiscusso, un libro che apre le porte dell’animo più tormentato e permette di precipitare in un’esistenza di realtà, di vita, di deliri e amori. Come altri romanzi di Hesse ha la brillantezza dell’oro e la consistenza del suo bagliore. Viene voglia di allungare la mano per poter toccare un simile splendore, ma quando ci si avvicina troppo si cade come nella tana del Bianconiglio e si finisce nel labirinto confusionario della nostra anima.
Il protagonista è uno spirito sensibile, alla ricerca del sublime, che fa fatica a vivere nel mondo reale, tra la gente, fa fatica perfino a prendersi cura di sé come essere umano in carne ed ossa, finché l’incontro con Erminia non lo travolge con forza e viene sospinto del Teatro solo per pazzi che rappresenta il vero nodo cruciale della trama. Sulle vicende aleggia un libretto, divorato con foga e trovato per caso, “Il lupo della steppa”.
“Per poter arrivare a questo scopo o poter addirittura tentare il balzo nell’universo, questo lupo della steppa dovrebbe trovarsi una volta di fronte a se stesso, dovrebbe vedere il caos nella propria anima e arrivare finalmente ad una perfetta coscienza di sé. Gli si rivelerebbero allora la sua esistenza problematica in tutta la sua immutabilità e non gli sarebbe più possibile rifugiarsi continuamente dall’inferno degli istinti nelle consolazioni sentimentali e filosofiche e da queste ancora nella cieca ebbrezza della natura lupina. Uomo e lupo sarebbero costretti a riconoscersi a vicenda senza false maschere sentimentali, a guardarsi apertamente negli occhi. Allora o esploderebbero o si staccherebbero per sempre, sicché non ci sarebbe più il lupo della steppa, o concluderebbero alla luce dell’umorismo nascente un connubio di convivenza.”

3. Storie di vagabondaggio – per i viaggiatori

Vagabondo è Hermann Hesse, è Siddharta, è Boccadoro e il lupo della steppa. È una figura ricorrente, uno stile di vita. 
Sono amanti della natura, del paesaggio, di ogni albero, sentiero e nuvola incontrati lungo il cammino, ma soprattutto sono amanti del viaggio in sé, simbolo di ricerca e desiderio di conoscenza.
“Storie di vagabondaggio” è una raccolta di racconti:
·       Voglia di viaggiare
·         Vagabondaggio
·         Pellegrinaggio d’autunno
·         Knulp
che ho letto di volata durante un viaggio in treno, perfetto per l’occasione, ma sarebbe stato ancora meglio leggerlo durante un viaggio on the road o durante le soste di un’avventura in tenda. Ma a prescindere da dove lo si legga, è un libro che ti porta a viaggiare, a sentire i profumi del vento e della terra, a cogliere la bellezza della scoperta degli incontri, fugaci ed eterni. Una raccolta non solo di racconti di viaggi, ma di ricordi.

Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine. Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice, cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole. (da Knulp, storie di un vagabondo).
Avete trovato il libro che fa per voi? Fatemi sapere!

2 commenti:

  1. Ho letto quasi tutto di Hesse - ma non ancora, in particolare, Narciso e Boccadoro :P - e forse ho iniziato con Siddartha XD
    Non ho un ricordo vivido delle storie (son passati tanti anni dalla lettura!), ma permangono belle sensazioni, anche relative alle incredibili atmosfere incontrate nei "vagabondaggi"!
    Ciao e buon week end ^_^

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    1. L'atmosfera è del viandante, di chi viaggia con uno scopo, ma non con una meta. Concordo appieno sulla sensazione che rimane dopo la lettura. *___*
      Spero di averti rammentato quanto sia piacevole Hesse e quanto non ci si possa lasciar sfuggire "Narciso e Boccadoro"! :P

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